Danza medioevale assisi
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Fare danza antica nel XXI secolo può sembrare anacronistico, tuttavia l' interesse per le danze medievali e rinascimentali a livello mondiale è piuttosto recente. Per noi è un modo vivo di conoscere la storia, attraverso movimenti che ti portano indietro nel tempo, e d' un tratto da una stanza modernissima ci troviamo con la mente in un salone di corte.

La danza del '400, di cui ci occupiamo maggiormente, è la prima danza codificata ed ha regole abbastanza rigide per il danzatore.
È nel '400 che entra in auge la figura del Maestro di danza che nelle corti dell' epoca educava al ballo e spesso di suo pugno scriveva manoscritti che fortunatamente abbiamo a tutt'oggi.

Il primo a scrivere le teorie sulla danza italiana del suo tempo è Domenico da Piacenza, autore dei passi, delle musiche e delle coreografie di corte presenti nel suo trattato De arte saltanti e Choreas ducendi.
Nelle sue danze osserviamo la geometricità perfetta, l'attenzione alla figura umana e un bel po' di metafore visive.
Suo allievo è Antonio Cornazano, autore del Libro sull'arte del danzare, il cui contenuto è praticamente la summa dell'insegnamento del maestro.
Autore di un altro importante trattato è un' altro allievo di Domenico, Guglielmo Ebreo, noto anche come Giovanni Ambrosio da Pesaro, nome che assunse quando si convertì al cristianesimo. Guglielmo, perfetto uomo del Rinascimento, che crede nella razionalit dell'ordine naturale e vede un parallelo tra l'armonia musicale e l'armonia della natura, stabilisce ulteriori regole nell'esecuzione dei balli: moderazione, soavità, leggerezza, corretto portamento, eleganza. Guglielmo sottolinea anche i requisiti morali necessari a chi si accinge ad apprendere l'arte della Danza .
Il trattato di Guglielmo detta anche regole di comportamento per il perfetto gentiluomo e soprattutto la perfetta gentildonna.,

Le due Principali forme della danza quattrocentesca sono la bassadanza e il ballo.
La prima ha un ritmo costante e uniforme dall'inizio alla fine, carattere solenne e non necessita di grande spazio per l'esecuzione. Per tutto il Quattrocento è la danza maggiormente eseguita alle feste ed è completata di solito da un saltarello, un passo vivace che crea un contrasto con la solennità della bassadanza.

Il ballo è, invece, una composizione di ritmi diversi. La melodia è perciò divisa in ritornelli commisurati ai cambiamenti di tempo. Inoltre, mentre la bassadanza è per lo più una danza di coppia, il ballo richiede fino a otto-dodici elementi, ciascuno con una precisa funzione all'interno della coreografia e, a differenza della bassadanza, richiede spazi ampi e la presenza di un pubblico.
Ed è per questo che i balli sono nostro principale oggetto di studio.

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